A Firenze, ai primi di giugno 2012, milaniani di
tutta Italia si sono ritrovati per confrontarsi sull’attualità del pensiero del
Priore, dei suoi ragazzi e della scuola di Barbiana.
Nel solco di questa grande esperienza pedagogica e
didattica, si è aperta una ampia riflessione sulla scuola oggi in Italia.
Ne è scaturito un quadro desolante e preoccupante,
in cui, a fianco della scuola privata, con finalità prevalentemente
elitario-confessionali, si affianca una scuola pubblica sempre meno pubblica e
sempre più statale. Tale degenerazione amministrativistica della scuola non è
imputabile certo principalmente ai docenti, che subiscono - tuttavia spesso
senza avanzare alcuna alternativa culturale e pedagogica - una degenerazione
del sistema scolastico che da oltre un ventennio subisce pseudo - riforme
bipartisan che hanno come obiettivo la riduzione dei costi complessivi del
sistema formativo, l’omologazione massificata delle pratiche didattiche, il
loro controllo burocratico, la riduzione del fare scuola a una mera
trasmissione di saperi verificabili con test a risposta multipla, di cui le
prove INVLASI sono l’ultima deleteria degenerazione, perché non distinguono tra
i ragazzi delle periferie, che mai hanno avuto a casa un libro, da quelli che
hanno la fortuna di averne molti. Un percorso di omologazione statalizzatrice
che ha come ultimo tassello destrutturante il prossimo ingresso dei privati e
delle aziende nelle scuole, con finalità mercificatorie di intervento sui
percorsi didattici stessi, finalizzandoli alla produzione, assoggettando così
l’educazione all’immediato utile d’impresa. In questo quadro di progressiva
degenerazione del sistema scolastico pubblico-statale, riprende con forza la selezione,
che, come ricordava don Milani, è sempre contro la cultura e in egual modo il
sistema punitivo - coercitivo delle valutazioni. Sappiamo bene che molti
insegnanti non si riconoscono in questa scuola e crediamo che sia giunto il
tempo di dare vita ad una reale riforma del sistema scolastico italiano, che
permetta di ribaltare tale drammatica china discendente, foriera di sempre più
scarsi apprendimenti da parte dei ragazzi.
Compito della scuola, per noi milaniani, deve essere
quello della costruzione libera e creativa dei saperi, alla quale concorrono
docenti e discenti, in cui nessuna intelligenza è mortificata, ogni stimolo è
elemento di crescita personale e collettiva, in cui la libertà di insegnamento
e la libertà di apprendimento sono i punti più alti e non valicabili di un
reciproco rispetto che genera autentica relazione educativa. Una scuola in cui
se è il docente a saperne più dello studente, sarà lui ad essere interrogato
dai ragazzi per rispondere al loro desiderio di sapere.
È allora tempo di una reale riforma del sistema scolastico italiano.
Dobbiamo avere il coraggio di dichiarare chiusa la
stagione della scuola pubblica statale e dare avvio a scuole fondate su un
comune progetto didattico e pedagogico.
Lo stato, attraverso le tasse fatte pagare veramente
a tutti i cittadini, garantisca la copertura economica per i docenti e le
strutture, ma poi si formino scuole fondate su una pratica condivisa. In base a
questa libertà, che restituirebbe entusiasmo anche ai docenti, immaginiamo
principalmente tre tipi di aggregazioni.
La prima di scuole che, questa volta su base
volontaria, si riconoscono nella per noi certo deprecabile ma rispettabile
strutturazione della scuola sui modelli formativi anglosassoni a cui da anni lo
pseudo-riformismo ci ha abituato, con voti, quiz, prove Invalsi, assenza di
relazione educativa.
La seconda sarebbe di scuole che abbiano un evidente
orientamento confessionale o ideologico, libere di riconoscersi nel
monoculturalismo in una società sempre più poliedrica, multiforme,
multiculturale.
Le terze, che sono quelle a cui noi daremo il nostro
contributo appassionato, saranno le scuole pubbliche autogestite, fondate sulla
relazione educativa, aperte alla partecipazione attiva degli studenti, in cui
la creatività, la fantasia nel solco di Gianni Rodari, l’ascolto delle ragioni
e delle voci di tutti e di ciascuno nel solco di Barbiana, diventino il
necessario fondamento per la costruzione dei saperi.
Occorre una articolata proposta legislativa per
arrivare a questa trasformazione e siamo pronti a elaborarla nel dettaglio nei
prossimi mesi con il concorso di quanti si riconosceranno in questa proposta.
Agli insegnanti verrà data la possibilità di
scegliere in quale tipo di scuola portare con entusiasmo la loro intelligenza.
Se tuttavia dovessimo attendere tale riforma dal
mondo politico non avremmo alcuna speranza, se dovessimo aspettare la piena
consapevolezza del corpo sociale, ugualmente ci troveremmo di fronte a tempi
lunghissimi. È invece necessario agire, ora, subito.
Per questa ragione facciamo appello a tutti le
ragazze e i ragazzi, ai genitori realmente consapevoli dell’importanza di
un’istruzione libera e qualificata, ai cittadini che, pur senza figli, si
riconoscono in questo progetto, agli educatori a ogni livello, che vogliono
rompere le insopportabili catene dello statalismo burocratico, a dare vita a
scuole autogestite, fondando questa possibilità sulla legge che permette
l’educazione parentale.
Tale legge permette, a ogni livello scolastico, di
poter dare vita a scuole di vicinorietà. Lanciamo un appello perché enti,
istituzioni pubbliche e sociali, centri studi, centri formativi, ambientalisti,
antimafia, ricreativi, possano sentirsi coinvolti e possano prestare i loro
spazi a titolo gratuito perché queste scuole possano strutturarsi,
organizzarsi, crescere.
Alcuni diranno che le nostre sono scuole private,
non rendendosi conto che Barbiana, scuola di fatto privata perché non statale,
ha rappresentato il punto più alto della storia della scuola pubblica italiana,
anche dal punto di vista della proposta pedagogica, perché si basava sulla
gratuità e sulla possibilità di essere frequentata da chiunque lo desiderasse,
esattamente come le scuole autogestite che noi proponiamo e che in tante città
d’Europa esistono da tempo, come a Oslo.
Come milianiani mettiamo a disposizione le nostre
competenze e il nostro entusiasmo per supportare questi progetti di scuole
autogestite nella loro nascita e nel loro cammino.
Garantiamo di organizzare nel 2013 un incontro
nazionale che verifichi lo stato di avanzamento delle scuole autogestite, ne
incentivi lo sviluppo, la crescita, il radicamento.
Dentro la crisi che svuota le relazioni,
immiserisce, semina paura, il nostro vuole essere il seme concreto della
costruzione di una nuova società fondata sull’essere e non sull’avere, sulla
relazione e non sul possesso, sul sorriso che ti accompagna e ti insegna e non
sul giudizio che ti mortifica e ti ammutolisce.
Nell’incontro e nella sua inesauribile ricchezza è
il domani, aperto, libero e solidale che intendiamo contribuire a costruire.
Per queste e per mille altre ragioni dobbiamo
costruire, insieme, una, cento, mille scuole autogestite, le soli capaci di
futuro.
Barbiana, 26 giugno ’12
45° anniversario della scomparsa di don Lorenzo
Milani
Promotori:
Edoardo
Martinelli,
allievo di don Milani e pedagogista dell’aderenza
Davide Rossi, docente, segretario
generale SISA e direttore Centro Studi “Anna Seghers”
Nanni Banchi, pres. del Centro di Form.
e Ricerca don Lorenzo Milani e Scuola di Barbiana, maestro di falegnameria a
Barbiana
Manrico Casini
Velcha,
consigliere istituzione pubblica don Milani
Emilio
Sabatino,
docente e segretario nazionale SISA
Nevio Santini, allievo di don Milani
Barbara
Bernardi,
mamma e insegnante precaria, Resp. Naz. SISA Precari/Resp. SISA Roma
Alessandro
Lanzani,
genitore, medico, editore, gruppo Barbiana.info di Milano
Paola Martini, educatrice e responsabile
SISA Toscana
Maria
Antonietta Valdrighi, educatrice e responsabile SISA Pistoia
Ugo Brusaporco, insegnante, direttore San
Giò Video Festival, Responsabile SISA Verona
Filippo
Simonetti,
docente, Responsabile SISA Napoli
Alessandra
Acerra,
studentessa universitaria, Responsabile SISA Avellino
I primi firmatari di questo documento si assumono
semplicemente la responsabilità di avanzare questa proposta, senza pretendere
di avere alcuna primogenitura, priorità, o precedenza. Solo insieme a tutti
coloro che parteciperanno, potremo crescere insieme e insieme esserne
orgogliosi.
Tale progetto infatti potrà affermarsi solamente nel
reciproco rispetto delle molteplici declinazioni dell’insegnamento e
dell’apprendimento autogestito.