venerdì 5 ottobre 2012

Creazione di scuole pubbliche autogestite nel solco di Barbiana



A Firenze, ai primi di giugno 2012, milaniani di tutta Italia si sono ritrovati per confrontarsi sull’attualità del pensiero del Priore, dei suoi ragazzi e della scuola di Barbiana.
Nel solco di questa grande esperienza pedagogica e didattica, si è aperta una ampia riflessione sulla scuola oggi in Italia.
Ne è scaturito un quadro desolante e preoccupante, in cui, a fianco della scuola privata, con finalità prevalentemente elitario-confessionali, si affianca una scuola pubblica sempre meno pubblica e sempre più statale. Tale degenerazione amministrativistica della scuola non è imputabile certo principalmente ai docenti, che subiscono - tuttavia spesso senza avanzare alcuna alternativa culturale e pedagogica - una degenerazione del sistema scolastico che da oltre un ventennio subisce pseudo - riforme bipartisan che hanno come obiettivo la riduzione dei costi complessivi del sistema formativo, l’omologazione massificata delle pratiche didattiche, il loro controllo burocratico, la riduzione del fare scuola a una mera trasmissione di saperi verificabili con test a risposta multipla, di cui le prove INVLASI sono l’ultima deleteria degenerazione, perché non distinguono tra i ragazzi delle periferie, che mai hanno avuto a casa un libro, da quelli che hanno la fortuna di averne molti. Un percorso di omologazione statalizzatrice che ha come ultimo tassello destrutturante il prossimo ingresso dei privati e delle aziende nelle scuole, con finalità mercificatorie di intervento sui percorsi didattici stessi, finalizzandoli alla produzione, assoggettando così l’educazione all’immediato utile d’impresa. In questo quadro di progressiva degenerazione del sistema scolastico pubblico-statale, riprende con forza la selezione, che, come ricordava don Milani, è sempre contro la cultura e in egual modo il sistema punitivo - coercitivo delle valutazioni. Sappiamo bene che molti insegnanti non si riconoscono in questa scuola e crediamo che sia giunto il tempo di dare vita ad una reale riforma del sistema scolastico italiano, che permetta di ribaltare tale drammatica china discendente, foriera di sempre più scarsi apprendimenti da parte dei ragazzi.
Compito della scuola, per noi milaniani, deve essere quello della costruzione libera e creativa dei saperi, alla quale concorrono docenti e discenti, in cui nessuna intelligenza è mortificata, ogni stimolo è elemento di crescita personale e collettiva, in cui la libertà di insegnamento e la libertà di apprendimento sono i punti più alti e non valicabili di un reciproco rispetto che genera autentica relazione educativa. Una scuola in cui se è il docente a saperne più dello studente, sarà lui ad essere interrogato dai ragazzi per rispondere al loro desiderio di sapere.
È allora tempo di una reale riforma del  sistema scolastico italiano.
Dobbiamo avere il coraggio di dichiarare chiusa la stagione della scuola pubblica statale e dare avvio a scuole fondate su un comune progetto didattico e pedagogico.
Lo stato, attraverso le tasse fatte pagare veramente a tutti i cittadini, garantisca la copertura economica per i docenti e le strutture, ma poi si formino scuole fondate su una pratica condivisa. In base a questa libertà, che restituirebbe entusiasmo anche ai docenti, immaginiamo principalmente tre tipi di aggregazioni.
La prima di scuole che, questa volta su base volontaria, si riconoscono nella per noi certo deprecabile ma rispettabile strutturazione della scuola sui modelli formativi anglosassoni a cui da anni lo pseudo-riformismo ci ha abituato, con voti, quiz, prove Invalsi, assenza di relazione educativa.
La seconda sarebbe di scuole che abbiano un evidente orientamento confessionale o ideologico, libere di riconoscersi nel monoculturalismo in una società sempre più poliedrica, multiforme, multiculturale.
Le terze, che sono quelle a cui noi daremo il nostro contributo appassionato, saranno le scuole pubbliche autogestite, fondate sulla relazione educativa, aperte alla partecipazione attiva degli studenti, in cui la creatività, la fantasia nel solco di Gianni Rodari, l’ascolto delle ragioni e delle voci di tutti e di ciascuno nel solco di Barbiana, diventino il necessario fondamento per la costruzione dei saperi.
Occorre una articolata proposta legislativa per arrivare a questa trasformazione e siamo pronti a elaborarla nel dettaglio nei prossimi mesi con il concorso di quanti si riconosceranno in questa proposta.
Agli insegnanti verrà data la possibilità di scegliere in quale tipo di scuola portare con entusiasmo la loro intelligenza.
Se tuttavia dovessimo attendere tale riforma dal mondo politico non avremmo alcuna speranza, se dovessimo aspettare la piena consapevolezza del corpo sociale, ugualmente ci troveremmo di fronte a tempi lunghissimi. È invece necessario agire, ora, subito.
Per questa ragione facciamo appello a tutti le ragazze e i ragazzi, ai genitori realmente consapevoli dell’importanza di un’istruzione libera e qualificata, ai cittadini che, pur senza figli, si riconoscono in questo progetto, agli educatori a ogni livello, che vogliono rompere le insopportabili catene dello statalismo burocratico, a dare vita a scuole autogestite, fondando questa possibilità sulla legge che permette l’educazione parentale.
Tale legge permette, a ogni livello scolastico, di poter dare vita a scuole di vicinorietà. Lanciamo un appello perché enti, istituzioni pubbliche e sociali, centri studi, centri formativi, ambientalisti, antimafia, ricreativi, possano sentirsi coinvolti e possano prestare i loro spazi a titolo gratuito perché queste scuole possano strutturarsi, organizzarsi, crescere.
Alcuni diranno che le nostre sono scuole private, non rendendosi conto che Barbiana, scuola di fatto privata perché non statale, ha rappresentato il punto più alto della storia della scuola pubblica italiana, anche dal punto di vista della proposta pedagogica, perché si basava sulla gratuità e sulla possibilità di essere frequentata da chiunque lo desiderasse, esattamente come le scuole autogestite che noi proponiamo e che in tante città d’Europa esistono da tempo, come a Oslo.
Come milianiani mettiamo a disposizione le nostre competenze e il nostro entusiasmo per supportare questi progetti di scuole autogestite nella loro nascita e nel loro cammino.
Garantiamo di organizzare nel 2013 un incontro nazionale che verifichi lo stato di avanzamento delle scuole autogestite, ne incentivi lo sviluppo, la crescita, il radicamento.
Dentro la crisi che svuota le relazioni, immiserisce, semina paura, il nostro vuole essere il seme concreto della costruzione di una nuova società fondata sull’essere e non sull’avere, sulla relazione e non sul possesso, sul sorriso che ti accompagna e ti insegna e non sul giudizio che ti mortifica e ti ammutolisce.
Nell’incontro e nella sua inesauribile ricchezza è il domani, aperto, libero e solidale che intendiamo contribuire a costruire.
Per queste e per mille altre ragioni dobbiamo costruire, insieme, una, cento, mille scuole autogestite, le soli capaci di futuro.

Barbiana, 26 giugno ’12
45° anniversario della scomparsa di don Lorenzo Milani

Promotori:

Edoardo Martinelli, allievo di don Milani e pedagogista dell’aderenza
Davide Rossi, docente, segretario generale SISA e direttore Centro Studi “Anna Seghers”
Nanni Banchi, pres. del Centro di Form. e Ricerca don Lorenzo Milani e Scuola di Barbiana, maestro di falegnameria a Barbiana
Manrico Casini Velcha, consigliere istituzione pubblica don Milani
Emilio Sabatino, docente e segretario nazionale SISA
Nevio Santini, allievo di don Milani
Barbara Bernardi, mamma e insegnante precaria, Resp. Naz. SISA Precari/Resp. SISA Roma
Alessandro Lanzani, genitore, medico, editore, gruppo Barbiana.info di Milano
Paola Martini, educatrice e responsabile SISA Toscana
Maria Antonietta Valdrighi, educatrice e responsabile SISA Pistoia
Ugo Brusaporco, insegnante, direttore San Giò Video Festival, Responsabile SISA Verona
Filippo Simonetti, docente, Responsabile SISA Napoli
Alessandra Acerra, studentessa universitaria, Responsabile SISA Avellino

I primi firmatari di questo documento si assumono semplicemente la responsabilità di avanzare questa proposta, senza pretendere di avere alcuna primogenitura, priorità, o precedenza. Solo insieme a tutti coloro che parteciperanno, potremo crescere insieme e insieme esserne orgogliosi.
Tale progetto infatti potrà affermarsi solamente nel reciproco rispetto delle molteplici declinazioni dell’insegnamento e dell’apprendimento autogestito.

Scuole pubbliche autogestite nel solco di don Milani


di Andrea Toscano - LA TECNICA DELLA SCUOLA
02/10/2012
Incontro a Firenze sull’attualità dell’esperienza di Barbiana, anche alla luce della scuola di oggi. Intervista a Davide Rossi, segretario del Sisa e “milaniano” convinto: “dare vita a scuole di vicinorietà fondate sulla relazione educativa”.

Nel solco dell’esperienza pedagogica e didattica della scuola di Barbiana, recentemente a Firenze si è tenuto un incontro per confrontarsi sull’attualità del pensiero di don Milani, Presenti estimatori del pensiero e dell’azione del Priore di Barbiana, provenienti da tutta Italia, si è aperta un’ampia riflessione sulla scuola di oggi in Italia.
Abbiamo raccolto le impressioni di Davide Rossi, segretario generale del Sisa (Sindacato indipendente scuola e ambiente) e “milaniano” convinto, che ha tenuto a sottolineare come in Italia ci sia “un quadro desolante e preoccupante, in cui, a fianco della scuola privata, con finalità prevalentemente elitario-confessionali, si affianca una scuola pubblica sempre meno pubblica e sempre più statale. Tale degenerazione amministrativistica della scuola non è imputabile certo principalmente ai docenti, che subiscono - tuttavia spesso senza avanzare alcuna alternativa culturale e pedagogica - una degenerazione del sistema scolastico che da oltre un ventennio subisce pseudo -riforme bipartisan che hanno come obiettivo la riduzione dei costi complessivi del sistema formativo, l’omologazione massificata delle pratiche didattiche, il loro controllo burocratico, la riduzione del fare scuola a una mera trasmissione di saperi verificabili con test a risposta multipla, di cui le prove Invalsi sono l’ultima deleteria degenerazione, perché non distinguono tra i ragazzi delle periferie, che mai hanno avuto a casa un libro, da quelli che hanno la fortuna di averne molti”.
Per Rossi si tratta di “un percorso di omologazione che prevede come ultimo tassello destrutturante il prossimo ingresso dei privati e delle aziende nelle scuole, con finalità mercificatorie di intervento sui percorsi didattici stessi, finalizzandoli alla produzione, assoggettando così l’educazione all’immediato utile d’impresa”.
In un quadro “di progressiva degenerazione del sistema scolastico pubblico-statale - continua il segretario del Sisa -  riprende con forza la selezione, che, come ricordava don Milani, è sempre contro la cultura e in egual modo il sistema punitivo-coercitivo delle valutazioni”.
In effetti, molti insegnanti non si riconoscono in questa scuola, dove abbondano i “tagli” e scarseggiano gli investimenti alla scuola pubblica, mentre in altri Paesi che attraversano una grave crisi economica, sull’istruzione si punta fortemente con adeguati stanziamenti (vedi anche la strategia del Governo Hollande in Francia).
Una scuola, quella italiana, “foriera di sempre più scarsi apprendimenti da parte dei ragazzi”, sottolinea Rossi, che aggiunge: “compito della scuola, per noi milaniani, deve essere quello della costruzione libera e creativa dei saperi, alla quale concorrono docenti e discenti, in cui nessuna intelligenza è mortificata, ogni stimolo è elemento di crescita personale e collettiva, in cui la libertà di insegnamento e la libertà di apprendimento sono i punti più alti e non valicabili di un reciproco rispetto che genera autentica relazione educativa”.
Il segretario del Sisa parla poi “di una reale riforma del sistema scolastico italiano: dare avvio a scuole fondate su un comune progetto didattico e pedagogico. Lo Stato, attraverso le tasse fatte pagare veramente a tutti i cittadini, garantisca la copertura economica per i docenti e le strutture, ma poi si formino scuole fondate su una pratica condivisa”.
“In base a questa libertà - prosegue Davide Rossi - immaginiamo principalmente tre tipi di aggregazioni: la prima di scuole che, questa volta su base volontaria, si riconoscono nella per noi certo deprecabile ma rispettabile strutturazione della scuola sui modelli formativi anglosassoni a cui da anni lo pseudo-riformismo ci ha abituato, con voti, quiz, prove Invalsi, assenza di relazione educativa. La seconda sarebbe di scuole che abbiano un evidente orientamento confessionale o ideologico, libere di riconoscersi nel monoculturalismo in una società sempre più poliedrica, multiforme, multiculturale. Le terze, che sono quelle a cui noi daremo il nostro contributo appassionato, saranno le scuole pubbliche autogestite, fondate sulla relazione educativa, aperte alla partecipazione attiva degli studenti, in cui la creatività, la fantasia nel solco di Gianni Rodari, l’ascolto delle ragioni e delle voci di tutti e di ciascuno nel solco di Barbiana, diventino il necessario fondamento per la costruzione dei saperi. Agli insegnanti verrà data la possibilità di scegliere in quale tipo di scuola portare con entusiasmo la loro intelligenza”.
Insomma, dare vita a scuole autogestite, “fondando questa possibilità sulla legge che permette l’educazione parentale. Tale legge permette, a ogni livello scolastico, di poter dare vita a scuole di vicinorietà. Lanciamo un appello perché enti, istituzioni pubbliche e sociali, centri studi, centri formativi, ambientalisti, antimafia, ricreativi, possano sentirsi coinvolti e possano prestare i loro spazi a titolo gratuito perché queste scuole possano strutturarsi, organizzarsi, crescere. Occorre una articolata proposta legislativa per arrivare a questa trasformazione”.
Una proposta “coraggiosa”, anche se ribattiamo a Davide Rossi che secondo noi una scuola pubblica statale, se funziona bene, con gli adeguati finanziamenti, è da preferire; anche perché un conto sarebbe una scuola ispirata a Barbiana, un altro l'educazione parentale in scuole di ben diversa e dubbia ispirazione.
“Alcuni diranno - aggiunge Rossi - che le nostre sono scuole private, non rendendosi conto che Barbiana, scuola di fatto ‘privata’ perché non statale, ha rappresentato il punto più alto della storia della scuola pubblica italiana, anche dal punto di vista della proposta pedagogica, perché si basava sulla gratuità e sulla possibilità di essere frequentata da chiunque lo desiderasse, esattamente come le scuole autogestite che noi proponiamo e che in tante città d’Europa esistono da tempo, come a Oslo”.
Poi l’esponente del Sisa, organizzazione sindacale a “vocazione internazionale”, ci fa sapere che a Milano alcuni genitori si stanno organizzando per dar vita nel prossimo anno scolastico al Lalm, il “Liceo Autogestito Lorenzo Milani”.
Inoltre, nel 2013 è in programma un incontro nazionale che verifichi lo stato di avanzamento delle scuole autogestite, ne incentivi lo sviluppo e il radicamento.
“Dentro la crisi che svuota le relazioni, immiserisce, semina paura - conclude il “milaniano” Davide Rossi - il nostro vuole essere il seme concreto della costruzione di una nuova società fondata sull’essere e non sull’avere, sulla relazione e non sul possesso, sul sorriso che ti accompagna e ti insegna e non sul giudizio che ti mortifica e ti ammutolisce”.